Valerio Valla: From Bruxelles arrives new opportunities for growth

«Il comparto produttivo e imprenditoriale non può più ignorare le politiche europee». Valerio Valla, Founding Partner di Studio Valla, lo ha spiegato a chiare lettere nel corso del suo intervento. «In Italia, purtroppo, l’Europa viene vista ancora in maniera molto distante e manca un confronto serio su queste tematiche – ha dichiarato Valla – Sono tuttavia convinto che nel nostro Paese non manchino interlocutori autorevoli, ma il problema è una macchina burocratica effettivamente molto complicata».

Parlare di fondi europei in questo momento è tuttavia particolarmente complicato anche per chi, come Valla, se ne occupa da anni in maniera approfondita facendo consulenza strategica alle imprese proprio in questo settore. Il bilancio europeo infatti è ancora in discussione, anche se delle risorse a cui ambire ci sono.

«E’ bene non dimenticare che l’Italia – ha dichiarato Valerio Valla – è contribuente netto dell’Unione europea e trae benefici inferiori rispetto agli esborsi effettuati. Il nostro Paese rimane comunque il terzo contributore del bilancio Ue, subito dopo Germania e Francia. E c’è anche da tenere in considerazione che in termini di valore assoluto si parla di somme per 16 miliardi di euro annui che corrispondono al 13,4% del budget europeo. In proporzione al reddito nazionale lordo l’Italia è quindi il primo contribuente netto, con un saldo negativo di circa 6 miliardi di euro».

«Per cambiare la situazione si sta già facendo qualcosa – ha aggiunto Valla – in particolare un intervento molto importante, anche se forse arrivato con troppo ritardo, è stato quello di togliere dal Patto di stabilità il cofinanziamento europeo. Si sta inoltre pensando di riconsiderare la pianificazione settennale dei bilanci, prevedendo tempi più brevi e quindi più adeguati ai rapidi cambiamenti dei mercati e delle economie globali. La nuova programmazione sarà quindi più flessibile, ma per certi versi anche più complicata».

Particolare attenzione merita l’argomento della Pac, con l’Italia che, in seguito agli ultimi tagli, ha perso circa un miliardo di euro, ma che, tra gli aiuti diretti alle imprese e il Piano di sviluppo rurale, rimane comunque tra i principali interlocutori.

«L’argomento Europa è senza dubbio caratterizzato da luci e ombre – ha concluso Valla – ma si tratta comunque delle uniche risorse disponibili per lo sviluppo e non possiamo più demandarne lo sfruttamento solo a qualcuno. Le intelligenze in Italia non mancano, forse mancano dei gestori preparati visto che non ci sono scuole in Italia che preparino compiutamente i giovani su questo settore ed è proprio su questo che è ormai indispensabile mettersi a lavoro».

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