dicembre 2013

Albino Russo: Il commercio tradizionale segue l'e.Commerce

Albino Russo, Direttore Centro studi Ancc-Coop, ha aperto il suo intervento alla sesta edizione di Big&Small comunicando il dato secondo cui in settembre le vendite eCommerce in Italia sono cresciute, rispetto al 2012, del 26%. «Stiamo parlando ancora di una nicchia di mercato perché corrisponde a vendite per circa 11 miliardi all’anno – ha aggiunto Russo – Grosso modo l’1% dei consumi, l’1,5% dei beni venduti, appunto una nicchia, ma che comincia ad avere un suo significato economico. Potremmo essere a una svolta e quello 2013 potrebbe essere il primo Natale veramente digitale anche in Italia.

«Storicamente nell’eCommerce transitavano soprattutto alcune tipologie di beni e servizi – ha dichiarato Russo – come i prodotti tecnologici oppure camere d’albergo, il biglietto del treno e dell’aereo o alcuni servizi finanziari. Se prima quindi internet era qualcosa che toccava poco il mondo del commercio oggi invece comincia a rosicchiare terreno anche su ambiti diversi. Basti pensare che il prodotto che ha visto la crescita maggiore, in termini percentuali, nell’ultimo anno, su internet, è l’alimentare che ha avuto una crescita di oltre il 50% in 12 mesi. Questo vuol dire – ha aggiunto Russo – che gli italiani sposteranno i loro acquisti di mele? Compreranno le mele online e non al supermercato sotto casa? Io credo proprio di no, anche se in giro per il mondo si fantastica di ipotesi del genere e in alcuni casi ci sono esempi concreti. Le principali città della costa ovest degli Stati Uniti, ad esempio, sono servite da Amazon Fresh che consegna in giornata i prodotti alimentari comprati online. Ma io non credo che questo sarà un caso che riguarderà l’Italia in maniera significativa. Certo ci sono altri settori dei beni che subiranno un impatto e lo stanno già subendo. Gli acquisti online di prodotti d’abbigliamento, ad esempio, hanno superato la crescita del 40% nell’ultimo anno. E a proposito di prossimitànon c’è niente di più prossimo a noi del divano di casa. Credo quindi che il trend in crescita dell’eCommerce continuerà, che tassi di crescita a due cifre saranno abituali e che vedremo una parte importante dei nostri acquisti spostarsi dal canale fisico, ma solo per alcune merceologie».

 

 

«Quello che più mi interessa – ha aggiunto il Direttore del Centro studi Ancc-Coop – è tuttavia capire come la diffusione pervasiva di internet, e soprattutto del mobile, interferisca, cambi, modifichi, faccia evolvere il modo di fare la spesa al punto vendita. Ho l’impressione infatti che, presto, chi comprerà nel fisico vorrà ritrovare gli stessi modelli dell’acquisto online: vorrà avere molta più informazione, non si fiderà della comunicazione, permettetemi il termine, “dirigista” che oggi vincola l’impresa al consumatore, si fiderà molto di più delle informazioni orizzontali tra consumatori. Pensate che più della metà dei consumatori italiani, e soprattutto quelli che spendono di più, oggi vanno su internet a cercare informazioni non solo sui prezzi, ma anche sulla qualità dei prodotti. Cambierà molto la capacità d’interazione tra impresa e consumatore. Si sposterà potere ancora di più nelle mani di chi acquista. Questo credo che sia, più dell’eCommerce in sé, l’argomento che riguarda distributori che vendono cibo e beni di largo consumo».

Russo ha anche parlato della campagna di trasparenza sulle materie prime “Coop Origini”, recentemente lanciata da Coop, che permette, per tutti i prodotti a marchio, di tracciare l’origine delle materie prime impiegate. «Una cosa complicatissima da fare – ha spiegato – perché vuol dire inseguire i flussi delle materie prime non solo a casa nostra, ma a casa di tutti i nostri fornitori e chiedere loro di darci conto di dove acquistano la merce. Questo ha un costo non banale, non solo per il processo di acquisizione delle informazioni, ma perché si obbligano i partner che producono a vincolarsi ad alcune provenienze. È stata anche l’occasione per chiedere ai fornitori di sostituire le materie prime estere con materie prime nazionali. Naturalmente non tutto si può fare in Italia, ma ci è sembrato opportuno, in un momento di difficoltà del paese, lasciare al consumatore la possibilità di fare una scelta consapevole, di sapere quello che mangia, di decidere se vuole mangiare un prodotto che è fatto da materie prime prevalentemente italiane o no. È stata una scelta difficile che non guarda l’interesse economico di breve termine, perché oggi è molto più semplice non dare informazioni e andare a caccia delle filiere produttive e di approvvigionamento più economiche. Ma è stato un investimento sul futuro di Coop e sul futuro del paese. Il progetto “Coop Origini” – ha concluso Russo – vuole consentire al consumatore di mangiare bene e di poter scegliere consapevolmente dove rinunciare e dove risparmiare».

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