gennaio 2014

Mauro Agostini: Public procurement, internazionalizzazione e città

Il Direttore generale di Sviluppumbria Mauro Agostini ha concentrato il suo intervento a Big&Small sesta edizione su tre temi chiave ossia le città, l’internazionalizzazione e il public procurement.

«Partiamo dalle città e in particolare da Perugia – ha dichiarato Agostini – candidata come Capitale Europea della Cultura 2019, un riconoscimento che si basa soprattutto sulla trasformazione urbana e non sul numero delle pinacoteche. In questo senso stiamo cercando di utilizzare un grande contenitore dismesso dal 2004, il vecchio carcere maschile e femminile, che è insediato nel cuore del centro storico con due strutture, una del 1300 e una del 1700, poi ristrutturate alla fine del 1800. Riteniamo debba diventare il luogo di costruzione di un polo multifunzionale che veda insieme nuove iniziative imprenditoriali ad altissimo contenuto di innovazione, servizi di residenza, servizi professionali e servizi diretti alla manifattura».

 

 

«Il secondo obiettivo è l’internazionalizzazione. Ormai le imprese, anche piccole – ha spiegato il Direttore di Sviluppumbria – hanno come scenario il mercato globale quindi la dimensione di impresa non incide sul tema dell’internazionalizzazione. Siccome noi abbiamo, anche in Umbria, un ruolo della manifattura sul Pil regionale e nazionale che è ancora molto significativo e siccome l’unica componente positiva del Pil italiano in questi anni è stato l’export io sono convintissimo che il punto su cui bisogna poggiare la leva sono le imprese già internazionalizzate e quelle internazionalizzabili che sono tante. Concentrare i fondi strutturali su questo obiettivo credo che sia moto importante».

«Per quanto riguarda il public procurement – ha aggiunto Agostini – se noi vogliamo interpretare finalmente la spending review per come deve essere interpretata e non con i tagli lineari dobbiamo porci il problema di una domanda pubblica che sia anch’essa adeguata a suscitare una innovazione di impresa. Il public procurement può dare un contributo molto significativo e importante su questo terreno rispetto al passato. Il problema della spesa pubblica italiana non è il suo livello, o è parzialmente il suo livello. L’esigenza è di tagliare là dove si deve tagliare e dove ci sono sacche profonde e improduttive di malversazione e di corruzione. Quando invece si taglia spesa pubblica a livello aggregato si taglia domanda, tra l’altro in un momento in cui la domanda italiana è già sotto ai piedi».

«Mi schiero tra coloro che ritengono che i Fondi Strutturali siano un’occasione importantissima per lo sviluppo italiano da cogliere per fare sistema – ha concluso – In Italia manca la cultura del management, dell’organizzazione di cose diverse, del fare squadra, ma soprattutto del fare in modo che si tiri tutti nella stessa direzione e questo si può fare con un gioco positivo tra livello nazionale, comunitario e locale come d’altronde è nella natura stessa dei Fondi Strutturali».

 

 

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