dicembre 2013

Franco Gioacchini: Così i mercati conquistano terreno

«É in corso uno stravolgimento dei consumi dovuto a diversi fattori: la crisi e consumatori più attenti e meno spendaccioni. In questo contesto, nel futuro della distribuzione, i mercati possono dire la loro».

Così Franco Gioacchini, Presidente Fiva Confcommercio, alla sesta edizione di Big&Small. «I mercati – ha dichiarato – sono nati quasi esclusivamente basando la loro offerta sull’alimentare, ma oggi devono fare una trasformazione, solo così riusciranno a continuare a dare un servizio alla comunità. Anche per questo non riusciamo a capire perché in Italia i mercati non sono autorizzati a fare la distribuzione di alimenti e bevande ed è uno scoglio da superare per faravvicinare la gente. Il mercato può essere infatti un punto di aggregazione, soprattutto in questa società che ha bisogno di ritrovare il rapporto umano. Se si cerca un rapporto più umano, più a dimensione d’uomo, io credo che il mercato rionale sia il luogo ideale per trovarlo, anche se con un’accortezza: la professionalità degli operatori deve aumentare. Questo significa che si deve smettere di considerare il prezzo il punto focale della vendita, ma si deve puntare alla qualità, si deve dare un servizio e il prezzo deve diventare un fattore secondario. In quest’ottica – ha aggiunto Gioacchini – è il caso anche di smettere di pensare ai consumatori: quelli che noi consideriamo semplicemente “consumatori” sono uomini ai quali dobbiamo delle risposte. I mercati sono in difficoltà – ha aggiunto Gioacchini – anche perché non c’è molta legalità nel commercio al dettaglio. C’è contraffazione, abusivismo sfrenato. L’illegalità diffusa nel settore crea difficoltà ai mercati».

 

 

Gioacchini ha anche parlato di possibili accordi e contaminazioni tra catene della grande distribuzione e ambulantato. «Stiamo riflettendo su questa iniziativa – ha fatto sapere il Presidente Fiva Confcommercio –, sicuramente fare un mercato vicino o dentro un centro commerciale sarebbe un’osmosi quasi naturale: il cliente viene e compra da una parte e dall’altra. Però credo che siamo in un momento di grande incertezza: le promozioni cominciano ad andare in default, i centri commerciali sono in difficoltà. Da questa incertezza nasce un’esigenza di sinergia tra tutta la distribuzione, ma l’arbitro della distribuzione rimane il consumatore e allora dobbiamo capire cosa vuole realmente».

Una parte dell’intervento di Gioacchini ha riguardato anche la necessità che le istituzioni siano più presenti e attente di quanto accade oggi. «Voglio raccontare cosa vorrebbero fare i mercati rionali a Roma – ha dichiarato – C’è un bellissimo mercato coperto a via Cola di Rienzo, a 300 metri dal Vaticano, in puro stile liberty, inaugurato nel 1928. Gli operatori, che oggi sono rimasti in 70 circa, hanno fatto una società e hanno presentato un progetto chiedendo al Comune di dargli in concessione la struttura per 30 anni in cambio della ristrutturazione della stessa. Il Comune non ha dato alcuna risposta».

«Il tempo del consumismo sfrenato è finito – ha quindi concluso Gioacchini – allora tutte le parti in causa, dalla distribuzione al dettaglio, che sono poi il front office dell’uomo che consuma, devono fare una riflessione insieme. Anche la distribuzione di vicinato, gli operatori dei mercati, l’ambulantato in quanto tale possono ancora dare al consumatore quello che vuole. Il commerciante, a tutti i livelli, dovrebbe essere più compratore per conto del consumatore che venditore per conto dell’industria. Credo che questo vada riscoperto perché se lo riscopriamo il consumatore sarà certamente servito meglio. Abbiamo detto che il consumatore è più evoluto, io comincio ad avere qualche preoccupazione invece perché io credo che abbiamo un consumatore ubriaco: è passato da un consumismo sfrenato a un’era delconsumerismo, che è una tendenza contraria al consumismo. Solo così si spiega come mai acquista da venditori abusivi prodotti falsificati, ma soprattutto medicinali che fanno male, profumi e creme che fanno male. Credo che si dovrebbe costruire un’opinione pubblica che faccia capire che c’è un commerciante che può dare garanzia di quello che vende».

 

 

 

  • Invia a un amico
  • Stampa