14 Novembre 2014

B&S 7.0_Istruzioni per l'uso: Parte/1

Il 13 novembre presso l’Hotel Rome Cavalieri, si è tenuta la VII edizione di Big&Small, l’appuntamento annuale ideato da Methos e organizzato in collaborazione con Studio Valla e Archi’s Comunicazione. Big&Small è ormai divenuto un punto di riferimento per gli operatori del commercio, della distribuzione e dell’impresa,  per capire e fare il punto sullo stato attuale ma soprattutto sul futuro delle imprese in Italia e all’estero. 

Nel corso dell’edizione sono intervenuti Mauro Loy, marketing manager di Methos, Valerio Valla, Founding Partner Studio Valla, Mauro Mannocchi, Amministratore Unico Fiera di Roma, Michael Corsello Executive Vicepresident di Gastronomix, Zhang Gang, Delegato generale del China Council for promotion of International Trade.

L’APERTURA DEI LAVORI CON MAURO LOY E MAURO MANNOCCHI

Ad aprire i lavori di Big&Small 7.0 è stato Mauro Loy, marketing manager Methos e ideatore di Big&Small, affermando lo stravolgimento del mercato distributivo e dei consumi a seguito della crisi del 2008. Dopo l’eliminazione degli sprechi, l’elevata pressione promozionale, l’esplosione dei discount e il taglio della spesa, oggi la distribuzione alimentare vive una fase di razionalizzazione per  effetto di un mercato sempre più performante e specializzato. Questo scenario – prosegue Loy – ha delle profonde ripercussioni sul settore produttivo italiano che, in un mercato interno saturo, ha sempre meno opportunità di commercializzazione. Da qui la necessità delle imprese produttive – il 90% sono PMI - di aprire gli orizzonti commerciali e puntare verso nuovi mercati  come la l’America (dove i nuovi trattati internazionali hanno agevolato l’export) e la Cina (un mercato dal forte potenziale con oltre 2 miliardi di popolazione, di cui 400 milioni con reddito medio alto). L’individualismo e la dimensione troppo piccola delle imprese di produzione deve , tuttavia, passare attraverso nuovi sistemi di accompagnamento. I primi attori deputati all’accompagnamento delle produzioni italiani all’estero - prosegue Loy - sono i retailer locali: la Francia testimonia come il lavoro svolto dai colossi della distribuzione locale hanno favorito la promozione dei prodotti francesi in mercati come la Cina, dove oggi bevono bordeaux e degustano formaggi francesi. L’Italia, al contrario, non ha avuto la stessa capacità dei cugini d’oltralpe, poiché i tre maggiori retailer locali insieme raggiungono una quota di mercato pari al primo distributore francese.

All’individualismo delle piccole e medie imprese italiane e alla necessità di trovare nuovi sistemi di aggregazione e promozione all’estero per dare mercato alle imprese Mauro Loy risponde con “UnicaItalia”: servizio ideato da Methos per favorire la diffusione della cultura enogastronomica Made in Italy, promuovendo e commercializzando la qualità delle PMI nei mercati esteri. È un sistema di promozione “trasversale” quello definito da “Unica Italia”, che usa il canale web, come le piattaforme fieristiche, aprendo una nuova fase dell’accompagnamento all’internazionalizzazione delle PMI.

Sul nuovo posizionamento del sistema fieristico interviene Mauro Mannocchi - Amministratore Unico di Fiera di Roma e Presidente di Confartigianato Roma – il quale spiega che le fiere nacquero più di cento anni : “oggi il mondo è cambiato - spiega Mannocchi - in Europea il mercato è saturo, pertanto le piattaforme fieristiche possono avere un nuovo ruolo in termini di accompagnamento all’internazionalizzazione e alla promozione delle imprese in nuovi scenari commerciali. Anche Mannocchi sottolinea la dimensione “piccola e, soprattutto, micro” del tessuto imprenditoriale italiano, che non è strutturato per una competizione globale, alla quale oggi le imprese sono chiamate a rispondere. 

 Il tema centrale è come promuovere la presenza delle imprese italiane all’estero - in considerazione del fatto che noi italiani abbiamo un’alta percezione del nostro prodotto che però  non è la stessa percepita dal resto del mondo. Per questo bisogna essere organizzati strutturalmente e le piattaforme fieristiche possono essere utili.

Oltre alle note problematiche legate all’internazionalizzazione è importante il fattore dei costi: dobbiamo essere bravi a costruire reti e a mettere in comune la gestione dei problemi, definendo una percorso condiviso capace di creare economie di scala e rispondere adeguatamente alle richieste dei mercato:  per questo Confartigianato condivide l’azione di “Unicaitalia” , contribuendo con la definizione di un paniere di aziende che, insieme alle altre aderenti, possano affrontare insieme i mercati come quello cinese in cui i numeri diventano importanti in termini di volumi”.

Paolo Quattrocchi, Equity Partner di NCTM, invece, sottolinea il nuovo volto dei legali nell’accompagnamento degli imprenditori all’estero: secondo Quattrocchi “Il nuovo ruolo dei legali è quello di costruire una relazione di partenship con il cliente, al quale forniamo non solo tutte le informazioni legali, ma anche dati giuridici e metagiuridici.

Quattrocchi, inoltre, segnala tra i mercati in cui si presentano nuove opportunità per il Made in Italy, l’America Latina non solo in quelle giurisdizione che sono tradizionalmente recettive ma anche in quelle come la Colombia che fino a pochi anni fa non erano considerate “welcoming”.

La sessione mattutina, prosegue con Luigi Campitelli, Direttore Area Affari Industriali di Sviluppo Lazio, secondo cui “in Italia, ancor più che altrove, è fondamentale che l’imprenditore non sia lasciato solo nel suo percorso di identificazione e sviluppo nei nuovi mercati”. Ma nel suo intervento Campitelli affronta un nodo decisivo: “il punto è che il contesto è caratterizzato da una pluralità di soggetti, pertanto bisogna rendere più efficace possibile l’azione di accompagnamento, favorendo l’integrazione e la collaborazione tra le parti.

Con Arturo Semerari, in collegamento telefonico da Bruxelles dove insieme alla delegazione italiana di Expo Milano 2015 sta presentando la manifestazione alla Commissione e al Parlamento Europeo, sottolinea subito la grande opportunità che l’Italia ha con l’esposizione universale, considerando anche che per ben 25 anni non ci sarà più un evento analogo in Europa. 

L’attenzione dunque è puntata sull’agroalimentare, che sicuramente è un settore strategico del Made in Italy ma che purtroppo non ha ancora il giusto peso in termini di fatturato: solo il 20% del fatturato delle nostre imprese è realizzato all’estero in confronto alla Germania che,invece, realizza il 40%. Un altro tema è la contraffazione, che è una sfida che può dare una chiave di volta per il nostri sistema che non può non coglierla. L’Expò è un occasione straordinaria per mettere al centro del dibattito mondiale il prodotto agroalimentare italiano ma anche le imprese devono cogliere al volo questa occasione.” Oltre all’expo tuttavia, Semerari sottolinea il grande contributo che le nuove tecnologie ed internet stanno dando all’imprenditoria per lo sviluppo nel mercato globale.

 

OSPITI STRANIERI DAI MERCATI STRATEGICI PER IL MADE IN ITALY: ZHANG GANG E MICHAEL CORSELLO

La sessione mattutina di Big&Small 7.0 è poi proseguita con due interventi d’eccezione, da due rappresentanti protagonisti dei due mercati che oggi sono visti con maggiore attenzione dall’imprenditoria italiana: la Cina e gli Usa.

Zhang Gang, Delegato Generale del CCPIT spiega l’importanza del mercato cinese per l’Italia: il volume totale degli scambi commerciali tra Cina e Italia nel 2013 è stato di 41, 6 miliardi di dollari, con un decremento del 4,6% rispetto al 2012 a causa della crisi economica in Italia. La Cina è un mercato importante per l’Italia dove ancora non c’è una piena affermazione dei prodotti e della cultura Made in Italy. Difatti, i giovani cinesi acquistano Pizza hut invece della pizza napoletana, bevono il caffè di Starbucks invece dell’espresso o del cappuccino italiano, acquistano il gelato Haagen Daaz invece del gelato italiano di buona qualità, si bevono vini francesi invece del Barolo o del Sassicaia, si condisce con olio spagnolo o greco invece di quello italiano. Perché? Il problema è che manca la promozione del Made in Italy. Con Expo 2015 l’Italia ha davanti a se un’importante opportunità, non solo in chiave di promozione delle tante eccellenze, ma anche di turismo. Sono previsti in Italia, infatti 1,5 milioni di cinesi: solo dalla città di Shangay sono stati prenotati e pagati 300 mila biglietti. Turisti abbienti alla ricerca di prodotti di qualità, che sviluppano in shopping una spesa pari a 856 dollari. Zhang Gang, parlando dell’expo presenta per la prima volta le immagini inedite dei tre padiglioni cinesi che occuperanno uno spazio complessivo  di 6500 mq, confermando la Cina il più grande paese partecipante dopo l’Italia. Un altro segnale importante per lo sviluppo delle produzioni italiane in Cina – afferma Zhang Gang – arriva dal web: un grande gruppo cinese, CCIGMALL, sta realizzando un sito eCommerce B2B per la vendita di prodotti Made In Italy rivolti a 3 milioni di retailers cinesi. Oggi sono, quindi, alla ricerca di oltre 1000 prodotti agroalimentari per il mercato cinese. È l’occasione di promuovere Made in Italy in Cina.

In collegamento video dalla California, Michael Corsello, Executive VicePresidente di Gadtronomix, spiega che gli imprenditori europei spesso guardano al mercato USA in maniera non corretta, vedono l’estensione e pensano che siano altrettanti grandi le opportunità. Gli Usa hanno una popolazione cinque volte più grande di quella italiana, quindi si potrebbe pensare che gli affari da realizzare siano enormi. Corsello smentisce questa tesi, affermando che “bisogna pensare agli Usa come un continente, fatto da diversi paesi o regioni:  per la distribuzione alimentare ci sono 9 regioni differenti, non solo geograficamente ma anche culturalmente. Corsello sottolinea, quindi, l’importanza di rivolgersi ad esperti locali che possano indirizzare le imprese nel mercato, fornendo le adeguate informazioni sulle dinamiche di consumo.

LA CONCLUSIONE ALLE ISTITUZIONI: LA REGIONE LAZIO E L’INTERNAZIONALIZZAZIONE . L’INTERVENTO DI DANIELE LEODORI

Daniele Leodori, Presidente del Consiglio Regionale del Lazio conclude il primo tavolo di discussione di Big&Small 7.0: le istituzioni sono fondamentali per sostenere il tessuto imprenditoriale nazionale. Anche per questo, afferma Leodori, “la Regione Lazio negli ultimi cinque anni ha investito risorse pari a circa 60 milioni di euro, di cui 11,5 milioni sono stati destinati all’internazionalizzazione del “Sistema Lazio”. Il Presidente Leodori sollecita l’azione del sistema Paese e non l’individualismo delle singole Regioni nel creare condizioni favorevoli alla crescita e allo sviluppo del Made in.

Ed è con la riflessione sulla necessità di fare rete tra aziende e rete tra regioni che si conclude il primo tavolo di incontro dedicato all’accompagnamento delle imprese all’estero. 

 

 

 

 

 

  • Invia a un amico
  • Stampa