aprile 2013

Programmazione europea 2014-2020: opportunità per lo sviluppo

La ricerca dello Studio Valla, presentata ad aprile Roma durante il primo flash di Big&Small, riguarda i futuri obiettivi dellʼUnione Europea, nella prospettiva della definizione della nuova Programmazione Comunitaria per i prossimi 7 anni (QFP 2014-2020) e della riforma della Politica Agricola Comune (PAC).
I fondi stanziati dallʼUnione Europea, di settennato in settennato (Quadro Finanziario Pluriennale), sono utilizzati per migliorare la vita quotidiana ed offrire maggiori opportunità per i cittadini e per le imprese sotto molteplici aspetti, ponendo come obiettivi:

  • una crescita economica ed occupazionale per aumentare la competitività;
  • un miglioramento nella coesione favorendo la trasformazione economica soprattutto delle regioni sottosviluppate;
  • uno sviluppo delle infrastrutture, la formazione della forza lavoro tramite una maggiore cooperazione economica e sociale al di là dei confini regionali e nazionali;
  • la gestione e la tutela delle risorse naturali mirando alla protezione dellʼambiente ed alla ristrutturazione dellʼeconomia rurale;
  • una maggiore attenzione alla sicurezza collettiva ottimizzando la lotta contro il terrorismo, la criminalità organizzata e lʼimmigrazione illegale.

I settori nei quali gli Stati Membri hanno deciso di agire congiuntamente sono quelli nei quali hanno ritenuto fosse possibile massimizzare i risultati e ridurre le spese unendo le forze.
La Politica Agricola Comune (PAC) è una delle principali politiche comuni dellʼUnione Europea. Lʼobiettivo centrale della PAC è stato, fin dalle origini, quello di garantire, al contempo, un reddito adeguato agli agricoltori e la stabilità dellʼofferta di prodotti di prima necessità per i consumatori, contribuendo alla difesa della produzione europea dalla concorrenza esterna e dalla volatilità dei prezzi.
La riforma prevista per il prossimo futuro, prevede che la struttura a due pilastri, caratterizzante la PAC, rimanga invariata, ma si cerchi di raggiungere un miglioramento e una semplificazione atti a garantire un sostegno efficace allʼinterno del settore agricolo che costituisce uno dei motori dellʼeconomia dellʼUnione Europea.
Dopo il Consiglio Europeo dello scorso febbraio, che aveva fissato un budget per la prima volta nella storia inferiore rispetto a quello del settennio precedente, 908.400 MLD rispetto ai 942.778 MLD, non sono mancati motivi di critica, anche per i tagli previsti per lʼagricoltura, a tal punto che il Parlamento Europeo ha bocciato la proposta. Infatti, in base a quanto stabilito dal Consiglio, la Politica Agricola Comune avrà una riduzione dellʼ11,4 % rispetto alla programmazione precedente, passando dai 421,1 MLD del 2007-2013 ai 373.179 MLD della futura programmazione.
In un contesto europeo dove i fondi totali sono stati ridotti in termini reali, lʼItalia è riuscita ad assicurarsi un lieve incremento, dai 29,4 MLD della scorsa programmazione si è passati a 29,6 MLD per il prossimo settennato. In merito alla PAC, lʼaccordo prevede una riduzione degli aiuti diretti di circa 1 MLD al contrario per lo Sviluppo rurale (secondo pilastro della politica agricola) lʼItalia dovrebbe diventare il primo percettore Europeo.
La criticità delle discussioni porta a non poter dare dati certi ad oggi, visto che il processo di dibattito è tuttʼora in corso.
 

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