Ottobre 2013

“Ci salveranno gli chef?”

Ci salveranno gli chef?”, saranno loro a salvare l’italian food? E’ una domanda, ma anche una provocazione, che Alessandra Moneti ha scelto come titolo del suo libro. La giornalista di Ansa, che da un decennio segue il settore agroalimentare, ha analizzato il ruolo svolto, nella promozione del buon mangiare all’italiana, da quelle che definisce «le voci dei wine e food lovers, i “pasionari” della produzione, gli chef stellati, chi ha portato la cultura gastronomica italiana prima negli States e oggi nel lontano Oriente, chi fa scuola, chi parla di cibo sui social network».

«Un coro che fa della cucina italiana un motore per lo sviluppo economico, – spiega l’autrice – e forse la nostra ancora di salvezza. Sono stati 730.000 i viaggiatori stranieri che, secondo una indagine campionaria della Banca d’Italia, nel 2012, hanno dichiarato di aver scelto una vacanza in Italia esclusivamente per motivi enogastronomici. Questi vacanzieri a caccia di gioie del palato hanno speso sul territorio nazionale 124 milioni di euro. Gli stranieri che scelgono l’Italia come meta per un break enogastronomico – continua Moneti – sono perlopiù di prossimità, con la Germania che esprime il 13% degli arrivi, eguagliata dall’Austria (13%), a cui fa seguito il Regno Unito (10%), agevolato dal boom dei voli di compagnie low cost».

«Di fatto, siamo di fronte a un flusso turistico destagionalizzato che amplia la bella stagione da aprile a ottobre – osserva ancora la giornalista – Nel volume, ho voluto raccogliere le istanze e le proposte che il settore Ristorazione rivolge alle istituzioni. Ma anche cosa bolle in pentola: il fermento, il protagonismo degli chef in Tv, e la grande attenzione al tema Food dei social network. A sottolineare che anche i giovani, spesso liquidati come hamburger people, hanno invece grande interesse per la cultura gastronomica. Al punto che è boom di iscrizioni all’alberghiero, come nelle facoltà di Agraria, ma poi mancano camerieri professionisti. Un mondo in evoluzione quindi, tra luci e ombre – conclude l’autrice -, che si valorizza con l’autenticità. E sono oltre 6.500 strutture certificate in Italia e quasi 2.000 ristoranti italiani nel mondo certificati da Unioncamere col marchio Ospitalità Italiana, Ristoranti italiani nel mondo».

L’argomento sarà protagonista, il prossimo 8 novembre, a Montecatini Terme, di “Italia’s food talent”, l’evento organizzato da Big&Small nell’ambito di “Food&Book”, Festival del libro e della cultura gastronomica.

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