marzo 2017

Leda Galiuto - Al cuore della Salute

Il cuore è un organo involontario che inizia a battere autonomamente alla quarta settimana della vita fetale e continua ininterrottamente fino all’ultimo dei nostri battiti. Le cause cardio-vascolari rappresentano il 42% della mortalità maschile e il 52% di quella femminile. È quindi fondamentale la prevenzione, così come imparare a combattere i fattori di rischio (l’ipertensione, il fumo, il colesterolo alto, il diabete, la sedentarietà) che causano le malattie cardio-vascolari. La sindrome metabolica è l’insieme di tutti questi fattori di rischio, il killer maggiore per le donne, che ne uccide una su due e che si può combattere per prima cosa a tavola.

Una sana alimentazione rappresenta il primo intervento di prevenzione, tutela della salute e dell’armonia fisica. Perseguire un corretto stile alimentare è la più moderna e potente delle azioni mediche possibili. L’OMS consiglia una percentuale di proteine del 15%, glucidi il 55% di grassi del 30% e, tra tutte le varie diete, l’unica scientificamente validata nel tempo è quella mediterranea. Dieta (DIAITA) vuol dire avere un bilanciato stile di vita. Tuttavia, è una cosa un po’ complessa.

Nel 2010, la dieta mediterranea è stata qualificata dall’Unesco come patrimonio intangibile dell’umanità. Eppure non si tratta semplicemente di un paniere di alimenti ben distribuiti nel tempo, nello spazio e nella quantità, ma di un insieme armonico di conoscenze, pratiche e tradizioni - tra cui la raccolta, la pesca, la conservazione, la preparazione e in particolare il consumo di cibo - che vanno dal paesaggio alla tavola. Al cuore della dieta mediterranea c’è un po’ di chimica: i polifenoli aumentano l’hdl, riducono il colesterolo totale e proteggono dall’ossidazione. I polifenoli tuttavia, a seconda dei nutrienti con cui interagiscono, possono avere o meno un’azione antiossidante. Ecco perché non basta solo assumere prodotti come l’olio che è ricco di antiossidanti, ma è fondamentale capire anche come associarli.

Qualche consiglio rapido in termine di prevenzione: combinazione dei prodotti locali, metodi di cottura locali, varietà di prodotti stagionali, fare esercizio fisico, vivere in un clima favorevole, valorizzare la socializzazione, la celebrazione delle tradizioni e la condivisione di cibo e ospitalità.  Questi non sono dettagli, perché lo stare insieme, il socializzare e associare a questo il consumo di cibo fa parte della nostra cultura e di uno stato di benessere. Nel 2020 la prima causa di disabilità al mondo sarà la depressione e questa si combatterà tenendo in conto anche questi fattori.

Le linee guida della sana alimentazione italiana sono:

1. Più cereali, legumi, ortaggi e frutta

2. I grassi: scegli la qualità e limita la quantità

3. Zuccheri, dolci e bevande zuccherate: nei giusti limiti

4. Bevi ogni giorno acqua in abbondanza

5. Il sale? Meglio poco

6. Bevande alcoliche: se sì, solo in quantità controllata

7. Controlla il peso e mantieniti sempre attivo

8. Varia speso le tue scelte a tavola

9. Consigli speciali per persone speciali

10. La sicurezza dei tuoi cibi dipende anche da te

Troppi grassi, troppi zuccheri, poche proteine, troppe fibre e poca acqua sono gli errori alimentari nella popolazione italiana che induce all’obesità una persona su due al Sud e una su tre al Nord. L’obesità è un’allerta mondiale ed è determinata da un consumo di cibi ricchi di energia ma poveri di nutrimenti. Il problema più grave è l’obesità infantile, che è più frequente nei paesi del Mediterraneo. Per combattere il rischio di obesità la prima cosa da fare è cambiare il modello di vita, quindi togliere i divani e le televisioni, incoraggiare i bambini a fare sport – magari anche a livello agonistico. Anche la FAO sottolinea come si sta passando dalla denutrizione al sovrappeso e alle malattie cardiovascolari legate al peso.

L’adozione della dieta mediterranea ha a che fare con il gradiente socio-culturale o è un problema economico? Si è rilevato che il costo della dieta mediterranea è molto simile a quello della scelta non mediterranea: 596 euro contro i 586 euro a settimana. C’è una differenza dell’1% dettata dal costo maggiore della frutta e della verdura che può essere compensata dal risparmio su carne, zucchero e dolci. Gli interventi volti a favorire la dieta mediterranea portano a un risparmio del sistema sanitario nazionale del 4%.

La dieta mediterranea favorisce un tipo di consumo come driver di produzione sostenibile. Questo porta a una trasformazione del sistema cibo verso pattern di produzione e consumo che sono, a loro volta, i più importanti driver di pressione ambientale. Infine, la dieta mediterranea è stata studiata in profondità e riconosciuta come il modello dietetico più salutare, poiché caratterizzato dal più basso impatto ambientale in assoluto.

 

 

 

  • Invia a un amico
  • Stampa