luglio 2013

Nuvole di dati per vendere di più

Il progressivo incremento delle vendite online rispetto al continuo decremento dei consumi offline evidenzia che le piccole e medie imprese che vogliono sopravvivere e crescere devono imparare ad aggredire questo mercato in espansione, con professionalità e condivisione, per superare le barriere dell’individualismo.

I dati parlano chiaro: l’Italia è il fanalino di coda, ma ha grandi opportunità.

Per quanto riguarda l’impatto dell’ICT su competitività, occupazione e sviluppo economico l’Italia è infatti al 55° posto sui 144 paesi monitorati dal World Economic Forum (Fonte: Global Information Technology Report 2013). Tuttavia, in Italia l’83% della popolazione è iscritta a social network, il 46% a forum, il 30% a brand community.

Oggi questa nuvola di informazioni che continuamente si produce su internet genera dei grandi contenitori, i Big data, che sono diventati una vera e propria rivoluzione culturale. Essi nascono infatti dall’incredibile mole di informazioni che oggi sono immagazzinabili e che è possibile velocemente elaborare. Walmart ha due milioni di impiegati e vendite per 450 miliardi di dollari e ha un cervellone che immagazzina tutti gli acquisti. Ovviamente. Ma li mette in relazione al tempo, al luogo, alla loro combinazione nel carrello della spesa e alla frequenza di acquisto. Più che un grande magazzino è diventato una piattaforma logistica.

Amazon, la più grande libreria on line del mondo, fa un terzo delle sue vendite sulle raccomandazioni one-to-one (cioè personali) che invia ai suoi clienti. Il Big Data di Amazon traccia tutto: quando entrate nel sito, cosa vedete, quanto ci state, dove comprate, che giudizi date. Sanno i vostri gusti meglio dei vostri genitori.

Vediamo così che stanno cambiando le filiere, in cui i prodotti sono sempre più “stanchi” e necessitano di nuove modalità per essere rivitalizzati e l’eCommerce può essere una grande opportunità perché è insieme una piattaforma di comunicazione, promozione, commercio e internazionalizzazione.

Il 61% delle vendite online sono servizi, mentre il 37% prodotti.

48% Turismo

10% Abbigliamento

10% Informatica ed elettronica

11% assicurazioni

3% editoria

1% Grocery

19% Altro

La vendita di food è ancora molto bassa, e può essere foriera di nuove opportunità del sistema produttivo made in Italy. I prodotti agroalimentari italiani hanno nel mondo un’altissima vendibilità. Sono sinonimo di gusto, tradizione, arte, dolce vita, in una parola di Italian Lifestyle. La rete produttiva italiana, fatta da migliaia di PMI, paga tuttavia lo scotto delle piccole dimensioni. Oggi per entrare in quei mercati dove c’è richiesta di prodotto italiano, bisogna superare delle difficoltà logistiche, organizzative e soprattutto culturali che le piccole imprese non riescono ad affrontare.

Se dal lato istituzionale è importante rafforzare i meccanismi di accompagnamento all’estero, dal lato privato la Grande Distribuzione Organizzata potrebbe essere un volano per la rete produttiva locale. Superando le iniziative della private label e degli store brand, la GDO, sulla scia dell’iniziativa ormai sinonimo di sistema Italia nel mondo “Eataly”, potrebbe aprire importanti spazi all’estero alle PMI.

 

Mauro Loy, amministratore unico di Methos

 

 

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